Voyager 2: il Deep Space Network ha inviato dei comandi alla sonda spaziale

Un paio di giorni fa avevamo scritto della vicenda che riguarda la sonda spaziale Voyager 2 che, a causa di un invio errato di dati, avrebbe potenzialmente perso il corretto orientamento dell’antenna che punta verso la Terra e sarebbe stata quindi incapace di comunicare con il centro di controllo. Fortunatamente la situazione sembrerebbe meno grave del previsto (per quanto non raccomandabile considerando le distanze e l’anzianità del progetto).

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A pochi giorni dall’annuncio dell’invio dei dati errati era emersa la possibilità che l’antenna DSS43 (Deep Space Station 43) del centro di controllo e comunicazione del Deep Space Network in Australia avesse intercettato un segnale portante da parte della sonda confermando che sarebbe in buona salute e starebbe continuando la sua missione come previsto. La conferma è stata poi data da altri account ufficiali della NASA confermando così l’avvenuto contatto.

Il Deep Space Network ha inviato dei dati alla sonda Voyager 2

Da una situazione che sembrava almeno parzialmente “grave” (per quanto mitigata dal fatto che la sonda a ottobre avrebbe comunque eseguito automaticamente un riallineamento dell’antenna), ora invece sembrerebbe esserci un po’ più di ottimismo senza dover necessariamente aspettare fino a ottobre per tornare ad avere un segnale ottimale.

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La notizia è stata diffusa proprio dal centro di Canberra del Deep Space Network che ha riportato come, circa un giorno fa, abbia inviato una serie di comandi alla sonda spaziale Voyager 2. Nel messaggio rilasciato pubblicamente si legge che “la Deep Space Station 43 stava trasmettendo a Voyager 2 questa mattina, come parte del processo per ristabilire il contatto con la sonda spaziale. A 20 miliardi di km dalla Terra, il tempo di andata e ritorno del segnale radio impiegherà quasi 37 ore per raggiungere Voyager 2 e tornare a casa”.

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Come precisato successivamente, la sonda invia continuamente dati verso la Terra in quanto non ha la capacità di poterli salvare in una memoria interna per poi inviarli quando più opportuno. Il JPL ha confermato che se questo invio di dati non sortirà l’effetto sperato (quindi di far puntare nuovamente e correttamente l’antenna della sonda verso Terra) bisognerà attendere fino a ottobre 2023 per la procedura automatica che consentirà di ripristinare la situazione come in passato. Non è la prima volta che Voyager 2 ha dei problemi. Per esempio successe anche a gennaio 2020 (risolto poi a marzo dello stesso anno) mentre a novembre 2020 ci fu il primo contatto con l’antenna di Canberra aggiornata.