Secondo quanto riportato dal Financial Times (citando ijiwei.com) e da Reuters, TSMC ha comunicato ai progettisti di chip cinesi che interromperà la produzione di acceleratori e GPU di intelligenza artificiale con il processo produttivo a 7 nanometri.
Si tratterebbe dell’ennesimo bastone tra le ruote messo da Washington a Pechino, tanto che due fonti del Financial Times affermano che “qualsiasi futura fornitura di tali semiconduttori da parte di TSMC a clienti cinesi sarà soggetta a un processo di approvazione che probabilmente coinvolgerà Washington”.
L’ulteriore restrizione potrebbe mettere in seria difficoltà società come Alibaba e Baidu, che hanno investito molto nella progettazione di semiconduttori proprietari, così come tante startup cinesi nate in questi anni per far fronte al sempre più ristretto accesso agli acceleratori di IA delle società statunitensi NVIDIA e AMD.
La nuova politica di TSMC entra in vigore mentre il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti indaga sul probabile aggiramento delle restrizioni sulle esportazioni da parte di HUAWEI. Il colosso cinese, forse la società più colpita dalle sanzioni americane, sarebbe riuscita a farsi produrre un chip da TSMC, poi finito a bordo di un acceleratore di IA, sfruttando un’altra realtà cinese come una sorta di filtro.
Secondo persone vicine alla vicenda, la decisione di TSMC di bloccare la produzione a 7 nm per le società di IA cinesi sarebbe stata dettata dalla necessità di migliorare i controlli interni sulla scia dell’indagine in corso e anticipare un’ulteriore stretta che probabilmente arriverà a breve, l’ultima dell’amministrazione Biden prima di lasciare la Casa Bianca. “Vogliamo iniziare a intervenire prima che ci siano regolamenti solidi e strutturati”, avrebbe detto una fonte vicina a TSMC.
Si teme che con Trump alla Casa Bianca il solido rapporto con Washington possa incrinarsi? Trump ha accusato Taiwan di “rubare” l’industria statunitense dei chip e ha suggerito che TSMC potrebbe spostare la sua produzione in patria dopo aver intascato miliardi di dollari di sovvenzioni da Washington nell’ambito del CHIPS Act.
Una persona vicina a TSMC ha dichiarato che la decisione non è stata “un’esibizione per Trump, ma sicuramente è pensata per sottolineare che siamo i buoni e non agiamo contro gli interessi degli Stati Uniti“.
Le nuove restrizioni non dovrebbero avere un impatto significativo sulle entrate di TSMC. Il fatturato di ottobre di TSMC è aumentato del 29,2%, raggiungendo i 314 miliardi di dollari taiwanesi (9,8 miliardi di dollari), con una leggera decelerazione della crescita rispetto ai mesi precedenti.
In un comunicato, TSMC ha dichiarato di essere un’azienda “rispettosa della legge e di impegnarsi a rispettare tutte le norme e i regolamenti applicabili, compresi i controlli sulle esportazioni”.