Recensione ROG Azoth Extreme: ASUS si spinge nel settore del lusso con la sua rinnovata top di gamma

Nelle ultime settimane abbiamo avuto l’opportunità di provare la nuovissima ASUS ROG Azoth Extreme, evoluzione della Azoth che abbiamo profondamente apprezzato lo scorso anno. Molte le differenze rispetto al precedente modello, dai materiali all’hardware, che rendono la tastiera un vero oggetto di lusso.

Inutile dire che l’innovazione e i materiali seriamente di pregio portano il prezzo in una fascia ben più alta rispetto alla “vecchia” Azoth – già posizionata tra i prodotti più costosi sul mercato. A cambiare è anche la dotazione che stavolta, finalmente, include un ottimo poggiapolsi esclusivo per questo modello, ma perde il suo marchio distintivo: il kit di lubrificazione.

Novità assoluta è uno switch per il gasket mount che consente di variare tra le modalità “Hard” e “Soft“. Si tratta della prima tastiera che consente di regolare la flessibilità del PCB in tempo reale e senza alcuna modifica strutturale.

Tanta quindi la carne al fuoco, seppur il layout rimanga del 75% e il design in generale non prende troppo le distanze dal precedente modello. D’altro canto, però, il prezzo stavolta è davvero considerevole e non può essere trascurato. A questo punto non rimane che analizzare nel dettaglio tutte le differenze e le novità con la ROG Azoth.

Packaging

La prima differenza la riscontriamo proprio nel packaging. La Azoth Extreme si presenta in un pacchetto esclusivo che prevede una cover in cartoncino esterna, all’interno della quale è contenuta la scatola della tastiera. In questo caso, ASUS abbandona il connubio di rosso e nero, per un aspetto decisamente più elegante dove il nero prevale, mentre per i dettagli ha optato per un colore iridescente.

La presentazione, come ormai di consueto, è impeccabile trasmettendo la sensazione di trovarsi di fronte a un prodotto di gioielleria piuttosto che a un dispositivo tecnologico. Come accennato, cambia anche la dotazione che, seppur ricca, ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca.

Innanzitutto, la Azoth Extreme include un poggiapolsi in silicone davvero generoso e ben realizzato. Una volta posizionato, grazie anche alla piastra in metallo su cui poggia, rimane immobile sotto la tastiera; un accessorio che abbiamo fortemente apprezzato.

All’interno della confezione, poi, troviamo un attrezzo per rimuovere i copritasti, uno separato per rimuovere gli interruttori, un cavetto USB Type-C, un ROG Polling Rate Booster, due switch aggiuntivi (insieme al copritasto per il CONTROL destro) e i piedini magnetici per l’inclinazione, oltre ad un set di viti e tamponi per il telaio aggiuntivi.

Ebbene, questo è stato il primo aspetto che ci ha un po’ deluso del nuovo modello. Con la Azoth Extreme sfuma l’identità che aveva caratterizzato il modello precedente, il quale includeva un intero set di accessori per la lubrificazione degli interruttori.

Design

È qui che la Azoth Extreme incontra la maggior parte delle novità. Il layout non cambia, ma tutto il resto è stato aggiornato. Innanzitutto, il lato superiore sfoggia una barra in metallo lavorato in stile fibra di carbonio. Aspetto che viene ripreso per l’intero chassis che si sposa con un telaio in alluminio per una qualità costruttiva semplicemente impeccabile.

Fiore all’occhiello della tastiera, però, è la piastra di alloggiamento degli interruttori in vera fibra di carbonio. Questa porta con sé due principali vantaggi: il primo è la robustezza, che consente di ridurre la tolleranza degli alloggi per un posizionamento ottimale degli interruttori. Il secondo è la flessibilità che assicura un migliore assorbimento delle vibrazioni.

In alto a destra, il vecchio display OLED monocromatico è stato sostituito con una nuova unità sempre OLED, ma stavolta più ampia, a colori e touchscreen. Tuttavia, come vedremo più avanti, poco cambia dal punto di vista funzionale (purtroppo).

Abbiamo apprezzato, invece, un tocco di design molto interessante: la targhetta ROG Card. Si tratta di una piastrina incisa al laser da posizionare nella parte posteriore che copre l’alloggio per il dongle e lo switch del gasket.

All’interno troviamo una struttura a strati che inizia con un cuscino in silicone che riempie il fondo del telaio e sul quale poggia il PCB. Al di sopra uno switch pad in PORON e un secondo strato in schiuma di PORON, sul quale trova spazio la piastra di alloggiamento in fibra di carbonio. Il tutto racchiuso in uno chassis di alluminio anodizzato e intagliato con fresa CNC, il che dona alla tastiera un assemblaggio allo stato dell’arte.

Prestazioni

Ad alimentare le pressioni ci sono i nuovi interruttori ROG NX Snow con stelo e alloggiamento inferiore in POM e coperchio in PC. Lo stelo, inoltre, sfrutta un design a pareti che aumenta la stabilità dei copritasti e riduce l’intrusione della polvere. Si tratta di interruttori lineari molto simili agli interruttori Cherry MX Red con una corsa ridotta e una reattività estrema.

Come di consueto per ASUS ROG, le prestazioni nei giochi sono eccellenti con una velocità e una reattività ai vertici della categoria. Dobbiamo segnalare che la stabilità, rispetto alla precedente Azoth, è effettivamente migliorata e in maniera notevole. Sotto le dita non abbiamo potuto fare a meno di notare una consistenza e una scorrevolezza superiori.

Questa volta, abbiamo ricevuto una versione della tastiera con layout US e copritasti in PBT. Dobbiamo riconoscere che il lavoro svolto da ASUS sui copritasti è notevole: il profilo è molto simile a quello Cherry, ma ribassato, il che garantisce un confort eccezionale sia durante il gaming che nella scrittura.

Non abbiamo notato differenze sostanziali, invece, in merito alla prelubrificazione degli interruttori. Il limite rispetto alla lubrificazione manuale è ancora evidente, con la differenza che stavolta abbiamo utilizzato un nostro kit di accessori dato che in confezione non viene fornito.

Per quanto riguarda il polling rate a 8000 Hz, l’impatto sulla CPU è evidente. Certo non da mettere in difficoltà i processori top di gamma, ma è un’opzione che va valutata. Soprattutto perché non parliamo di un dispositivo analogico, per cui una frequenza di aggiornamento così elevata non si è fatta notare troppo in fase di gioco.

Batteria e connettività

In merito alla connettività, nulla cambia rispetto alla vecchia Azoth. Tre modalità di connessione: Wi-Fi, Bluetooth e cablata. Il protocollo SpeedNova rimane uno dei migliori sulla frequenza a 2,4 GHz e non abbiamo notato la minima latenza.

Il dongle Omni Receiver è senz’altro un must e ci ha consentito di connettere sia la tastiera che il nuovo mouse in fibra di carbonio ROG Harpe Ace Extreme (del quale vi parleremo nei prossimi giorni). Inoltre, la compatibilità delle periferiche con l’illuminazione dinamica di Windows ci ha consentito di sincronizzare tutte le nostre periferiche con gli effetti di Armoury Crate.

Tuttavia, connettendo due periferiche al medesimo dongle, abbiamo notato qualche esitazione. Durante la scrittura, qualche input arrivava in ritardo, il che potrebbe rappresentare un problema importante per i giocatori competitivi.

Ciò che però stupisce della nuova ROG Azoth Extreme è la batteria. Secondo il produttore copre fino a 1600 ore di utilizzo in modalità wireless. La durata si riduce sensibilmente con illuminazione e display attivi, ma rimane comunque notevole rispetto alla maggior parte dei concorrenti sul mercato. Ad ogni modo, le 1600 ore reclamizzate da ASUS ci sembrano una stima piuttosto ottimistica. Per di più, l’autonomia dichiarata è inferiore a quella della ROG Azoth originale.

Per avere un’idea più chiara, con un utilizzo di circa 10 ore al giorno, siamo riusciti a coprire abbondantemente una settimana di utilizzo, weekend incluso. Naturalmente, il tutto è calcolato con il refresh rate a 1000 Hz. Inutile dire che utilizzando il Booster e una frequenza di aggiornamento di 8000 Hz, l’autonomia andrà a ridursi ulteriormente.

In linea di massima, comunque, la batteria è ancora un’ottima unità, ma ci sembra un leggero passo indietro rispetto alla ROG Azoth dello scorso anno. Nulla di drastico, sia chiaro, ma da un modello aggiornato e decisamente più costoso sarebbe stato lecito attendersi uno sforzo in più.

Armoury Crate inizia ad essere troppo

Siamo giunti al (nuovamente) punto debole delle periferiche di ASUS: Armoury Crate. Non è una novità che la suite di ASUS sia una delle più esigenti in termini di risorse. Anche una delle più complete in merito alle possibilità offerte.

Il problema, però, non è tanto relativo alla mole del software, quanto al suo funzionamento. Innanzitutto, la sincronizzazione dell’illuminazione non ha mai funzionato con il mouse, il quale ha mantenuto il suo effetto di base nonostante l’attivazione di Aura Sync.

Ancor peggio, però, è stato quando la tastiera ha smesso di interfacciarsi con il software. Per dovere di cronaca, è giusto specificare che tali problemi sono sorti dopo aver configurato l’Omni Receiver con una seconda periferica.

Non è da escludere, quindi, che le problematiche siano imputabili alle funzionalità multipoint del ricevitore. In precedenza, non abbiamo mai riscontrato alcun tipo di problema, se non qualche difficoltà con la sincronizzazione dell’illuminazione.

In merito all’illuminazione, c’è da dire che è l’unica vera caratteristica sottotono rispetto a tutto il resto. I LED utilizzati da ASUS sono davvero al di sotto delle aspettative, con una luminosità che al 100% fatica a competere con quella di altre soluzioni sul mercato impostate al 50%.

Nulla che impedisca la visibilità dei tasti. In ambienti scuri è più che sufficiente, ma con l’entrata in gioco della luce naturale inizia a faticare. Questo rende talvolta difficoltoso il riconoscimento della legenda, un aspetto che su un dispositivo del genere ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca.

Conclusioni

Non rimane che tirare le somme su quella che dovrebbe essere, al momento, la migliore tastiera ASUS ROG mai rilasciata. Partiamo quindi dal prezzo richiesto da ASUS per la ROG Azoth Extreme: nel momento in cui scriviamo, la tastiera è disponibile presso lo shop online di ASUS per la bellezza di 560 euro circa.

Parliamo di un prezzo fuori portata per la maggior parte dei giocatori e che inevitabilmente incide sul giudizio finale di questa tastiera. Un costo quasi raddoppiato rispetto al listino della ROG Azoth standard.

La Azoth Extreme introduce diverse novità a partire da un display OLED stavolta a colori e touchscreen. Tuttavia, non cambiano le funzionalità legate allo schermo, il che rende l’aggiornamento meramente estetico, visivo. Molto interessante, invece, lo switch per il gasket mount che consente di alternare tra flessibilità e rigidità garantendo un’esperienza personalizzata.

Dal punto di vista costruttivo, parliamo di una tastiera che senza alcun dubbio eccelle, con un enorme lavoro dal punto di vista del suono. Belli i materiali che danno una sensazione di solidità e danno un peso alla tastiera di ben 2,2 kg che la rende immobile una volta posizionata sulla scrivania.

Tuttavia, non possiamo trascurare ciò che la Azoth ha perso, a partire dal kit di lubrificazione degli interruttori che era il tratto distintivo della versione precedente. Ridotta, seppur non di troppo, è anche l’autonomia che nel caso dell’originale offriva qualche ora in più di utilizzo (2.000 ore stimate).

Parliamo, peraltro, di una tastiera ancora completamente meccanica e quindi con interruttori tradizionali in un settore in cui le alternative a effetto hall iniziano a farsi strada. Una tecnologia indubbiamente efficace e affidabile, ma limitata rispetto alle opportunità offerte da uno switch analogico.

Il tutto va a interfacciarsi con un software che, per quanto completo e ricco di opportunità, ha mostrato un po’ troppe indecisioni. Insomma, se i 300 euro per la Azoth erano tanti, ma motivati, in questo caso facciamo davvero fatica a giustificare un prezzo così alto.

Come premesso, la Azoth Extreme va a posizionarsi oltre la fascia alta, si tratta più di un oggetto di lusso che non di una tastiera da gaming. Se siete appassionati del marchio e volete il meglio della proposta ROG sotto ogni punto di vista, allora indubbiamente non rimarrete delusi.

PRO

  • Qualità costruttiva impeccabile
  • Switch per la flessibilità interessante
  • Materiali di pregio
  • Dotazione completa

CONTRO

  • Prezzo davvero troppo alto
  • Armoury Crate ha troppe incertezze
  • Le funzionalità del display sono scarne
  • Assente il kit di lubrificazione