L’UE spinge sull’industria pulita: quote ‘Made in Europe’ ed etichette sulle emissioni di CO2

Bruxelles accelera sul rilancio dell’industria europea con un nuovo piano che integra decarbonizzazione e competitività. Il Clean Industrial Deal, documento in fase di definizione e ottenuto in anticipo rispetto alla sua pubblicazione del 26 febbraio da Politico, introduce una serie di misure per stimolare la produzione interna di tecnologie pulite e ridurre il gap con Stati Uniti e Cina, dove gli investimenti pubblici nel settore manifatturiero hanno registrato una crescita esponenziale.

Tra i punti chiave, il piano prevede l’introduzione di quote minime di contenuto locale per garantire che una parte dei prodotti tecnologici a basse emissioni venga realizzata all’interno dell’Unione. Le amministrazioni pubbliche saranno vincolate ad acquistare una quota stabilita di beni “Made in Europe” per settori strategici come acciaio e cemento, riducendo la dipendenza dalle importazioni. La normativa rappresenta anche una risposta alle recenti dichiarazioni del Presidente Usa Donald Trump, che ha parlato di dazi al 25% sull’importazione di auto straniere.

Un’altra iniziativa riguarda l’introduzione di etichette volontarie per certificare il livello di emissioni di CO2 associate ai prodotti industriali. Il primo settore coinvolto sarà quello siderurgico, con l’obiettivo di fornire trasparenza sulle performance ambientali senza aggiungere oneri burocratici alle imprese.

Sul fronte energetico, la Commissione punta ad aumentare la quota di elettrificazione dell’economia al 32% entro il 2030, e lo farà attraverso la creazione di 100 gigawatt di nuova capacità rinnovabile ogni anno. Verranno semplificate le procedure per l’ottenimento di autorizzazioni e introdotti nuovi strumenti finanziari per facilitare gli investimenti in infrastrutture energetiche.

Per garantire un accesso più stabile alle materie prime critiche, la Commissione istituirà un centro dedicato all’acquisto congiunto di materiali essenziali, accompagnato da incentivi per il riciclo e restrizioni sulle esportazioni di rifiuti di materie prime. Il piano prevede inoltre un alleggerimento della tassa sul carbonio alle frontiere per ridurre gli oneri amministrativi sulle imprese europee.

Un ulteriore capitolo riguarda la semplificazione degli aiuti di Stato per sostenere settori chiave come batterie, energia eolica e solare. La Commissione intende creare regole specifiche per ogni tecnologia e favorire un accesso più rapido ai finanziamenti con un sostegno mirato alle imprese che investono in produzioni a basso impatto ambientale.

Infine, il documento affronta il problema della carenza di lavoratori qualificati con misure per la formazione e la riqualificazione della forza lavoro, essenziali per supportare la transizione verso un’industria più sostenibile.