La rete elettrica californiana ha raggiunto un risultato rilevante in termini di transizione energetica: per 98 giorni su 116, tra fine inverno e inizio estate 2024, le energie rinnovabili hanno garantito più del 100% del fabbisogno energetico, mentre il sistema rimaneva stabile e i costi non aumentavano, anzi tendevano a ridursi. Lo studio pubblicato su Renewable Energy rivela che fonti come solare, eolico, idroelettrico e geotermico hanno coperto l’intera domanda, in certi casi anche per più di 10 ore al giorno.
L’espansione delle capacità rinnovabili è stata evidente: la produzione solare è aumentata del 31%, quella eolica dell’8%, mentre la capacità di stoccaggio delle batterie è cresciuta del 105%. Le batterie, in particolare, hanno svolto un ruolo chiave, fornendo fino al 12% della domanda notturna grazie all’immagazzinamento dell’energia in eccesso durante il giorno.
Il rapporto evidenzia inoltre una riduzione del 40% nell’uso di gas fossile durante il periodo analizzato e del 25% nell’intero anno rispetto al 2023, grazie all’espansione delle infrastrutture rinnovabili. Questo progresso non ha solo apportato benefici in termini di sostenibilità ambientale, ma ha anche consentito una riduzione del 50% dei prezzi all’ingrosso per la consegna immediata o a breve termine dell’elettricità rispetto all’anno precedente.
Mark Z. Jacobson, co-autore dello studio e professore alla Stanford University, ha sottolineato come questi risultati rafforzino la fiducia nell’espansione delle energie rinnovabili. “L’incremento di solare, eolico e batterie ha dimostrato che è possibile gestire una grande economia come quella californiana senza compromettere la stabilità della rete,” ha dichiarato.
Mentre i prezzi dell’energia in California rimangono elevati per ragioni non legate alle rinnovabili, come gli investimenti nella mitigazione degli incendi e nella distribuzione, l’analisi mostra che senza queste fonti pulite i costi sarebbero stati ancora più alti.