Come abbiamo avuto modo di scrivere in passato, l’umanità ha riportato campioni dalla Luna (con missioni umane e robotiche) ma anche da asteroidi come per Hayabusa, Hayabusa2 o OSIRIS-REx. Portare sulla Terra dei campioni da un altro pianeta invece è un obiettivo che non è ancora stato realizzato ed è lo scopo della missione Mars Sample Return voluta da NASA ed ESA. Decollare da un altro pianeta è una sfida impegnativa e servono risorse e tecnologie per affrontare questa sfida.
Nelle scorse ore la NASA ha tenuto una conferenza per annunciare alcune novità per la missione Mars Sample Return che ha visto messo in dubbio il suo futuro a causa di una richiesta di budget considerata troppo alta (arrivando a 11 miliardi di dollari) e tempistiche che avrebbero previsto il rientro delle provette raccolte dal rover NASA Perseverance non più intorno al 2033 ma nel 2040. Queste due variabili hanno quindi portato l’agenzia a scegliere di cercare partner commerciali per ridurre i costi e portare i campioni sulla Terra il prima possibile.
Attualmente mancano ancora diversi dettagli, ma sappiamo che la NASA ha “in mente” due strategie che saranno valutate nei prossimi mesi con la conferma della scelta e del proseguo del programma nella seconda metà del 2026.
Mars Sample Return: le novità per la missione di NASA ed ESA
Bill Nelson (amministratore della NASA che dovrebbe essere sostituito da Jared Isaacman) ha dichiarato “perseguire due potenziali percorsi assicurerà che la NASA sia in grado di riportare questi campioni da Marte con un significativo risparmio di costi rispetto al piano precedente. Questi campioni hanno il potenziale per cambiare il modo in cui comprendiamo Marte, il nostro Universo e – in ultima analisi – noi stessi. Vorrei ringraziare il team della NASA e il team di revisione strategica, guidato dalla dottoressa Maria Zuber, per il loro lavoro”.
A settembre dello scorso anno la NASA ha concluso la raccolta di 11 studi della comunità scientifica e dei partner commerciali per riportare i campioni marziani sulla Terra. Due sono le strategie che la NASA ha selezionato per la missione Mars Sample Return. La prima opzione (ideata dal JPL) sfrutterebbe la tecnologia skycrane, che ha portato Curiosity e Perseverance sul suolo marziano e avrebbe un costo tra i 6,6 miliardi di dollari e i 7,7 miliardi di dollari. La skycrane dovrà essere in grado di gestire una massa superiore di circa il 20% ponendo alcune sfide ingegneristiche.
Per la seconda opzione sarà impiegato un razzo spaziale commerciale per portare sulla superficie un “lander pesante” e con un costo compreso tra i 5,8 miliardi dollari e i 7,1 miliardi miliardi di dollari. Non sono stati resi noti i nomi delle società interessate ma è difficile non pensare a SpaceX e Blue Origin con Starship e Blue Moon anche se altri nomi potrebbero affiancarsi a questi candidati. Grazie alle capacità di questi lander di grandi dimensioni il MAV potrebbe essere più grande e complesso.
Il Mars Ascent Vehicle (MAV) sarà sempre presente in entrambi i casi, anche se in versione di dimensioni e massa ridotte rispetto ai precedenti piani e sfruttando un braccio robotico di riserva derivato dallo sviluppo di Perseverance. Per migliorarne l’affidabilità i pannelli solari saranno sostituiti da un RTG (generatore termoelettrico a radioisotopi) così da fornire calore e alimentazione anche in caso di tempeste di sabbia. Il
La capsula potrà contenere 30 provette di raccolte da NASA Perseverance mentre il sistema di caricamento dei campioni sarà rivisto per essere più semplice ma soprattutto per cercare di eliminare la polvere marziana dalla superficie esterna. L’ESA continuerà a fornire l’orbiter, che sarà lanciato nel 2030, come previsto in precedenza permettendo la cattura in orbita marziana della capsula e il suo rientro sulla Terra. Il sistema di recupero dei campioni sarà lanciato invece nel 2031 permettendo di riportarli nel 2035, al più presto, o nel 2039, al più tardi.
Ci sono diverse incognite che dovranno essere valutate. In particolare il Congresso statunitense dovrebbe stanziare almeno 300 milioni di dollari per proseguire l’analisi e lo sviluppo di una delle soluzioni. Il cambio di leadership sia per la presidenza statunitense che per l’amministrazione della NASA potrebbero però cambiare ulteriormente i piani futuri per la missione Mars Sample Return. Con Elon Musk che punta a portare Starship su Marte già nel 2026 e il suo forte legame sia con Donald Trump che con Jared Isaacman, ci potrebbero essere ulteriori novità nei prossimi mesi.