Cina: con la missione Chang’e-7 ci sarà una tecnologia per far ”sventolare” una bandiera sulla Luna

In molti si ricorderanno della bandiera statunitense sul suolo lunare portata dalle missioni Apollo che sembrava sventolare. Ovviamente la motivazione era legata ai materiali utilizzati (nylon colorato con coloranti resistenti agli ultravioletti) e alla struttura dell’asta in alluminio che prevedeva un supporto per permettere di estenderla. Ora la Cina, con la missione Chang’e-7, intende portare una bandiera in grado di sventolare effettivamente sulla superficie della Luna, anche se in maniera diversa rispetto a quanto avviene sulla Terra.

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Secondo quanto riferito dai media locali, il Deep Space Exploration Laboratory (DSEL) avrebbe ideato un carico utile per la missione Chang’e-7, che sarà lanciata nel 2026, che si unirà a quelli che il lander porterà sulla superficie lunare alla ricerca di acqua nella zona del Polo Sud del nostro satellite naturale. Il progetto della bandiera è stato sviluppato a partire da un’idea degli studenti delle scuole elementari di Changsha.

bandiera cina

Ovviamente non sarà possibile sfruttare l’atmosfera e l’aria per muovere la bandiera ma piuttosto si è pensato alle interazioni elettromagnetiche con fili elettrici di un circuito chiuso inseriti all’interno del tessuto della bandiera che utilizzeranno la corrente alternata generando campi magnetici così da creare un movimento ondeggiante.

Zhang Tianzhu (Institute of Future Technology presso il DSEL) ha dichiarato “gli studenti hanno proposto di progettare un filo a circuito chiuso sulla superficie della bandiera, creando correnti bidirezionali. L’interazione dei campi elettromagnetici permetterebbe alla bandiera di sventolare. In caso di successo, questa sarà la prima bandiera a svolazzare sulla superficie lunare”.

luna cina

Zhang Tianzhu ha poi aggiunto che “questa iniziativa ha lo scopo di migliorare la comprensione dei giovani studenti del programma spaziale cinese e ispirare il loro interesse a perseguire l’esplorazione spaziale in futuro”. Si tratta quindi di un progetto didattico e senza un vero e proprio scopo scientifico. Queste operazioni sono comuni ed eseguite sia dalla CNSA (o dalla CMSA) a bordo della stazione spaziale cinese Tiangong ma anche da altre agenzie spaziali in tutto il Mondo, compresa l’ESA. A bordo del lander Chang’e-7 ci saranno anche strumenti scientifici che arrivano da altre nazioni come Italia, Egitto, Bahrein, Russia, Svizzera e Thailandia.